Il dolore componente della nostra esperienza esistenziale su questo pianeta può avere mille cause e ancor più interpretazioni e significati. In questo contesto di oggi ritengo fondamentale riflettere sul primo compito concreto e fondamentale della psicologia: offrire strumenti per non amplificare la sofferenza una volta che inevitabilmente ci troviamo a farci i conti.
Una sofferenza non amplificata ci permette saggiamente di elaborarla più velocemente e magari accettarla, garantendoci in questo modo di usarla per la nostra stessa evoluzione e crescita. Una sofferenza amplificata invece blocca la nostra crescita oltre che ovviamente presentarci un conto sempre più alto ed indurlo a volte alla sua cronicizzazione.
Il rimuginamento.
Uno dei mali più gravi e diffusi del mondo occidentale è sicuramente il RIMUGINAMENTO. Siamo per la maggior parte decentrati, privi della forma più basilare di centratura sensoriale, esistenziale e spirituale, incapaci di restare anche per pochi minuti nel Qui ed Ora, e siamo, allo stesso tempo estremamente razionali e mentali. De centratura ed eccesso di razionalizzazione sono una miscela esplosiva per innescare il processo del rimuginamento.
Pensare, pensare, pensare ed ancora pensare… diveniamo succubi del Dio Pensiero sino ad incartarci in noi stessi e surriscaldare il cervello, continuiamo a ruminare pensieri e congetture senza poterne fare più a meno e non riusciamo a smettere neppure quando vorremmo. Rimuginiamo fino a non dormire più la notte.
Anche quando si manifesta in forme più lievi, si tratta sempre di rimuginamento, ed il fattore compulsivo che lo rende tanto potente è comprensibile alla luce di un parallelismo che si può attuare, come per tutte le componenti psichiche, con il corpo, in particolare con i muscoli.
Alla base del meccanismo del rimuginamento, infatti, lavora un vero e proprio muscolo che, come tutti i muscoli, più viene allenato per rimuginare più diventa forte, e più è forte, tonico e sviluppato più si attiva per il più piccolo stimolo, in un circolo vizioso di fronte al quale la volontà di smettere e cambiare atteggiamento di pensiero, o ancora peggio, il tentativo di non pensare affatto, risultano del tutto impotenti.
Il muscolo del rimuginamento trae energia da quelle emozioni che scaturiscono dal rimuginamento stesso, in un circolo vizioso distruttivo e deleterio.
Più rimugino di paura più produco paura, più rimescolo rabbia più produco rabbia, e così per la tristezza Ogni rimuginamento, in sintesi, è un pensiero negativo che alimenta una percezione negativa, che alimenta a sua volta il pensiero negativo. Che il tutto parta dal pensiero negativo o da una sensazione negativa, il risultato non cambia.
Raramente si arriva per questa via alla soluzione del problema quotidiano dal quale è partito tutto, anzi, lo si enfatizza ed il più delle volte vengono solamente riconfermati il nostro atteggiamento mentale, le incertezze sottostanti, i nostri limiti e i nostri viaggi puramente mentali.
Un altro effetto devastante che il rimuginamento comporta è il consumo energetico cui ci costringe, che ci surriscalda il cervello fino a ‘fonderlo’, procurandoci dolorosi mal di testa, e a fine giornata ci fa sentire stremati e privi di energia, indipendentemente da quanta fatica abbiano oggettivamente richiesto i compiti che dovevamo svolgere.
Infine, dobbiamo consapevolizzare che il rimuginamento, come ogni forma di stress psicologico, produce delle vere e proprie tossine corporee, radicali liberi, che intasano, intossicano ed appesantiscono il nostro corpo.
A questo proposito può essere utile aprire una breve parentesi psicosomatica. Quando l’abbassamento del livello energetico conseguente al rimuginamento ricade inevitabilmente sull’indebolimento del sistema immunitario, in concomitanza con l’aumento della presenza di tossine nel nostro corpo causato anche dal rimuginamento stesso, si prepara il terreno perfetto per lo sviluppo delle malattie; sia quelle latenti nella nostra predisposizione genetica, sia le malattie funzionali alla nostra consapevolezza.
Persistendo nella inconsapevolezza di questo meccanismo, e del significato simbolico di ogni specifico sintomo patologico, possiamo scatenare malattie sempre più gravi, fino a comprendere, forse, che non è esagerato affermare che la malattia più grave e diffusa sia il rimuginamento stesso.
Il rimuginamento rinforza i muscoli stessi con cui si muove, si autoalimenta, produce la stessa ansia, la stessa tristezza e la stessa paura di cui si nutre, riafferma e rinforza il nostro atteggiamento mentale negativo, succhia le nostre energie, indebolisce il sistema immunitario e aumenta il livello tossinico del nostro corpo predisponendoci alla malattia. Questi sembrano tutti ottimi motivi per indirizzare il nostro livello di consapevolezza verso una sana strategia di riduzione dei danni, una buona politica di ANTIRIMUGINAMENTO.
Ecco, quindi, che la consapevolezza acquisita al terzo gradino, sintetizzata nella breve formula del QUI ed ORA, può essere affiancata da un’altra formula altrettanto simbolica che ci permette di accorgerci se siamo scivolati in uno stato di rimuginamento e ci rende capaci di bloccarlo sempre un attimo prima di quanto non avremmo fatto nell’inconsapevolezza, nelle mille occasioni della nostra quotidianità.
Essere consapevoli che stiamo allenando il muscolo del rimuginamento è la premessa per cambiare atteggiamento ed allenarci, invece, a smorzare sul nascere questo perverso circolo vizioso, attraverso la formula magica: “ORA QUI”. Si tratta di un potente richiamo al simbolico Qui ed Ora in grado di interrompere i nostri rimuginamenti, che sicuramente volgevano al passato, o al futuro, oppure saltavano dall’uno all’altro.
L’unico modo per indebolire un muscolo, in questo caso del rimuginamento, è usarlo un secondo in meno che un secondo in più, e magari una volta in meno che una volta in più.
Possiamo fare quindi nostre due importanti risorse, diverse ma complementari: la capacità di essere centrati, quando possibile, nel nostro Qui ed Ora attraverso gli organi di senso, evocando direttamente la sensazione del Qui ed Ora, e la capacità parallela e sinergica di tornare al Qui ed Ora e richiamare il pensiero rimuginante ogni volta che tenderà a scappare in ogni direzione possibile pronunciando la formula ORA… QUI.
Se sotto la pelle del rimuginamento possiamo immaginare la presenza di un muscolo mentale, anche l’antirimuginamento viene attivato da un muscolo: spetta a noi rinforzarlo allenandolo umilmente, tocca a noi prepararlo a sostenere il braccio di ferro al momento del bisogno. Non esiste nessun buon motivo per perseverare troppo nello stesso pensiero se questo non ha una finalità organizzativa o riflessiva profonda. Quando un pensiero gira troppo su sé stesso evolve in rimuginamento e non ci porterà particolari risultati o “illuminazioni”.
Questa consapevolezza ci deve autorizzare ad intervenire tempestivamente bloccando il pensiero stesso, riammaestrandolo e facendo sì che resti intrappolato sempre meno negli ingranaggi del rimuginamento: saremo pronti a consapevolizzarlo, lasciando spazio al sentire, al Qui ed Ora, e quindi alle riflessioni più funzionali ed efficaci.
Giunti a questo punto però è necessario soffermarsi su una precisazione non scontata.
Il termine rimuginamento viene spontaneamente collegato a percezioni e pensieri negativi che si alimentano reciprocamente, ma esistono anche rimuginamenti di valenza positiva (ma pur sempre rimuginamenti) quali i sogni ad occhi aperti che vanno ad allenare il medesimo muscolo.
Non è affatto in discussione la stupenda capacità umana di fantasticare, sognare, immaginare, quanto piuttosto l’abuso di questa attitudine: come spesso accade, è la quantità che rende funzionale o distruttivo un comportamento, un pensiero, un alimento.
Rimuginare troppo un sogno, insistere su un ‘film’ mentale positivo rischia di farcelo sembrare reale, quasi plausibile, sino ad alimentare le nostre aspettative.
Ed è proprio quest’ultima possibilità a rendere pericoloso il rimuginamento positivo, perché creando ed alimentando le aspettative, nel caso queste non trovino riscontro nella realtà ci faranno cadere nello sconforto, ed il rimuginamento positivo muterà in negativo con una intensità moltiplicata per dieci. Come a dire, dalle stelle alle stalle.
La precauzione a non stimolare troppo i sogni ad occhi aperti non è in contrapposizione con le tecniche di pensiero positivo o le leggi della risonanza, nelle quali la persona che le pratica è consapevole dell’uso degli strumenti che i diversi metodi prevedono, delle loro potenzialità e dei limiti, e resta ancorata ad una visione realistica.
Il segreto è imparare a sognare con gli occhi aperti tenendo i piedi per terra.
Questo può sembrare difficile o addirittura una contraddizione, soprattutto perché nella nostra rigidità psicofisica una cosa sembra escludere l’altra: o sogno o sono con i piedi per terra. Se invece fossimo più fluidi sapremmo elevare così tanto il nostro corpo e la nostra mente in modo consapevole da poter sognare restando con i piedi per terra, facendo convivere materia e spirito.
Noi siamo materia e spirito, è il nostro livello di consapevolezza che ne determina la convivenza e la perfetta sinergia.
Da un punto di vista pratico quindi, dopo un quarto d’ora di ‘film’ positivo cercate di tornare al vostro Qui ed Ora, anche se non vi piace, usando la formula ORA QUI, che rappresenta l’uso “antirimuginamento” della consapevolezza del Qui ed Ora. E’ una sana e saggia politica di riduzione dei danni del vivere.
Dott: Mirco Bonoli, psicologo psicoterapeuta
La Bioginnastica è una metodologia che utilizza la sensazione corporea per ristabilire la centratura psicofisica.
Sentire la tensione fisica, comporta sempre una rielaborazione sensoriale-percettiva ed emozionale, come, se si vive un aspetto emozionale interiore o relazionale si ha sempre anche una reazione nel corpo sia biofisica, che biochimica. Il risultato è un’amplificazione emozionale o fisica quando non viene sciolta in una azione congrua e coerente.
Il corpo non riesce a ristabilire un equilirbrio, e i segnali dolorosi, la sensazione fisica ed emotiva aumenta. Riportare una consapevolezza della realtà è ritornare al corpo, alla percezione dei punti tesi o dolorosi ed attraverso:
La metodologia nella sua unicità sinergica permette di integrare il tutto e ridare le informazioni fondamentali al corpo per ritrovare la giusta centratura sia posturale che psicoemozionale, un allineamento che guida la persona verso un processo di guarigione e salute.
Il lavoro attraverso il corpo agisce in via afferente verso il nostro sistema nervoso centrale, diventando coscienti del cambiamento, creando nuove integrazioni, connessioni neurali e avendo nuove informazioni che si collegano alle nostre conoscenze ed esperienze.
Il risultato che arrivano intuizioni, immagini, soluzioni fondamentali per la nostra vita ed evoluzione in senso creativo e pratico. La nostra mente cambia prospettiva, percezione e azione verso nuove realtà e crescita personale.
Stefania Tronconi, ideatrice della metodologia Bioginnastica- scienze motorie massofisioterapista